Toccata e fuga a Chicago

Cloud Gate o, più comunemente chiamato, il Chicago Bean.

Cloud Gate o, più comunemente chiamato, il Chicago Bean.

Un colpo di testa, una possibilità, un pizzico di voglia di evasione ed un po’ di giorni fa mi sono regalato un fine settimana a Chicago. Siccome non era stato assolutamente pianificato, sono andato proprio alla cieca: ho cercato l’hotel più economico che potessi trovare in centro e, zaino in spalla, sono uscito a visitare la città.

A causa di questa totale assenza di pianificazione, questo articolo sarà un semplice flusso di pensieri ed impressioni, seguito da una piccola galleria di foto. Non mi sento infatti di dare alcun consiglio o dettaglio maggiore, visto che potrebbero essere semplicemente frutto di una prima impressione troppo poco accurata.

Partiamo intanto a dire che di hotel economici in centro non ce ne sono. Però da quel poco che ho visto i servizi di trasporto paiono efficienti, quindi la prossima volta proverò a cercarne uno vicino ad una linea della metro ma in zona più periferica.

Chicago è una città relativamente nuova, principalmente a causa di un incendio che la rase quasi totalmente al suolo nel 1871. Questa paura del fuoco è rimasta visibile nelle numerose scale antincendio che si trovano praticamente su tutti gli edifici (le stesse scale tanto usate durante i film polizieschi per le fughe).

Hanno però saputo ricostruire edifici che richiamano diversi stili. Quindi passeggiando per le strade del centro capita facilmente di trovare palazzi di gusto neoclassico, altri che definirei post industriale (pareti con i tipici mattoni rossi a vista o i numerosi ponti in metallo ad esempio) e poi la normale architettura moderna caratterizzata da immense vetrate. Il tutto però non dà l’idea del minestrone male assortito ma piuttosto si amalgama in un modo che, pur non sapendo spiegarne il motivo, pare sensato.

In molti punti Chicago sembra una città su due livelli. Ponti così larghi da creare un nuovo piano terra tra gli edifici, relegano il vero piano terra a ruolo di seminterrato. La stessa cosa accade sulla riva del fiume, usata nei posti più lussuosi come attracco per le barche.

L’impressione che ho avuto è di una città bella da visitare. Se girando senza meta sono riuscito a trovare tanti scorci interessanti, mi immagino che con un’attenta pianificazione si possa organizzare una buona vacanza. Anche facendo tappa in qualcuno dei numerosi musei che la città ospita.

L’altro lato della medaglia è stato vedere tanta povertà: nel centro ci sono persone che fanno accattonaggio praticamente ad ogni incrocio, e gli angoli più scuri sotto i ponti della città diventano il rifugio di numerosi senza tetto. Viene da ricordare che il famoso sogno americano non è proprio alla portata di tutti.

Click here to show the map

Un pensiero su “Toccata e fuga a Chicago

  1. Pingback: USA da costa a costa – OttoLore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.