Light painting

La foto finale

Light painting, ovvero: disegnare con la luce. È una tecnica che consiste nel fare una foto a lunga esposizione e muovere una luce in modo da lasciare dei tracciati che formeranno poi un disegno sulla foto finale. Detto così sembra difficile, ma in realtà basta fare un po’ di esperimenti per prenderci la mano. Una buona attrezzatura fotografica di sicuro aiuta, ma si possono ottenere effetti carini anche con poco.

La macchina fotografica appoggiata sul cavalletto portabile, un flash sul cavalletto a fianco al tavolo e l'altro sul tavolo che punta verso il soffitto.

La macchina fotografica appoggiata sul cavalletto portabile, un flash sul cavalletto a fianco al tavolo e l’altro sul tavolo che punta verso il soffitto.

Ma passiamo ai fatti. L’attrezzatura che ho usato per fare questi scatti sono: una macchina fotografica reflex digitale, due flash, un controllo remoto per i due flash, un cavalletto. Avere dei diffusori per i flash può aiutare, ma ci si può arrangiare anche senza.

Credo si possano ottenere buoni risultati anche con macchine fotografiche compatte. L’importante è che permettano di andare in manuale. Il problema maggiore che mi viene in mente delle compatte è che non permettono di disattivare l’autofocus, questo può creare problemi perché in situazioni di scarsa luce (o addirittura assente) l’autofocus ha seri problemi e la macchina potrebbe rifiutarsi del tutto di scattare. Ma procediamo con ordine.

Dopo vari esperimenti, la soluzione migliore che ho trovato consiste in:

  • una stanza praticamente buia, la luce deve essere il minimo indispensabile per vedere l’attrezzatura;
  • il diaframma abbastanza chiuso, in questo modo la macchina fotografica diventa cieca alla luce ambientale e la profondità di campo aumenta riducendo i problemi di messa a fuoco;
  • tempo di esposizione di una manciata di secondi, io ho lavorato tra i 3 ed i 5. Tempi più lunghi permettono di fare disegni più complessi, ma lo svantaggio è che le macchine fotografiche importano più rumore rendendo la foto meno definita. Qua dipende molto dalla qualità del sensore, la mia macchina è un po’ vecchiotta e si inizia a perdere con tempi troppo lunghi;
  • i flash a potenza medio alta, la luce che la macchina fotografica vedrà dovrà arrivare praticamente solo da loro;
  • una lampadina per disegnare, qui led colorati aiutano a fare disegni più vivaci. Nella foto ho usato la luce posteriore della bicicletta.

Il procedimento

In assenza di un diffusore ho usato una tovaglietta di plastica per riflettere la luce del flash.

In assenza di un diffusore ho usato una tovaglietta di plastica per riflettere la luce del flash.

  1. A luci accese si sceglie l’inquadratura piazzando il soggetto e la macchina fotografica sul cavalletto. Si procede con la messa a fuoco e si impostano diaframma e tempo di esposizione.
  2. Si piazzano i flash. Puntandoli direttamente sull’oggetto si ottengono ombre nette e contrasti alti. Per fare ombre più morbide (come nel mio caso) la luce deve arrivare riflessa. In assenza di diffusori, ho puntato un flash verso il soffitto e l’altro su una tovaglietta di plastica bianca, orientato in modo che riflettesse la luce verso il soggetto.
  3. Si spengono le luci e si fa una foto di prova, si regolano di conseguenza apertura del diaframma, posizione dei flash e la loro potenza fino ad ottenere l’illuminazione corretta. Il tempo di esposizione in questa fase non deve praticamente fare la differenza, la stanza è buia per questo motivo.
  4. Una volta ottenuta la luce desiderata si arriva alla parte divertente: si mette la macchina fotografica in autoscatto e nel tempo in cui la tendina è aperta si disegna con la pila.
  5. A questo punto ci sono dei dettagli da tenere a mente: più si sta fermi e più c’è la possibilità di rimanere come fantasmi sulla foto (sempre per questo è importante che la luce ambientale sia praticamente nulla); lampadine molto direzionali puntate verso la macchina fotografica aiutano a non rimanere impressi nella foto; ma la luce che riflette il soggetto potrebbe comunque tornare sulle nostre braccia o sulle mani, guanti e maglioni neri aiutano a non rimanere sulla foto.

Se manca attrezzatura

Il guanto nero sulla mano destra mi ha permesso di muovere liberamente la lampadina senza che la mano lasciasse aloni sulla foto.

Nel caso mancassero i controlli remoti per i flash, un solo flash sulla macchina può comunque funzionare. Anche quello integrato va bene, la differenza è che la potenza sarà minore, quindi saremo costretti ad aprire di più il diaframma perdendo in profondità di campo e che le ombre saranno più nette ed immediatamente dietro il soggetto appiattendo un po’ la foto.

Nel caso mancasse il cavalletto la cosa importante è che comunque la macchina fotografica sia completamente ferma. Appoggiarla con molta attenzione su una pila di libri ed usare lo scatto temporizzato va bene. Ovviamente sarà più difficile centrare il soggetto.

Nel caso la macchina fotografica sia compatta, mi viene da pensare a due scenari:

  1. Si può andare in manuale. La funzione è marcata “P”, solitamente le compatte permettono di regolare tempo di esposizione e diaframma ma non messa a fuoco. In questo caso si può provare a scattare la foto a luce accesa, o puntando una luce sul soggetto, in modo che la macchina sia in grado di mettere a fuoco e scattare. Una volta iniziato lo scatto, si spegne la luce di fretta e si procede come sopra.
  2. Non si può andare in manuale. In questo caso le macchine fotografiche comunque allungano i tempi di esposizione. È per questo motivo che con le compatte le foto al buio sono sempre “luminose ma sfocate”. In realtà non sono sfocate, sono mosse. Se la macchina è comunque in grado di arrivare almeno ad un secondo di esposizione si può provare a fare qualche disegno molto velocemente, altrimenti non c’è proprio il tempo di fare nulla.

L’elaborazione della foto

Nella fase di elaborazione solitamente ho aumentato il contrasto, in modo da nascondere meglio le parti buie e mosse e fare risaltare la luce. Agendo poi sui singoli canali si può esaltare un colore a scapito di un altro. Su questo fronte non ho ancora molti consigli da dare, quello che ho fatto è stato principalmente giocare con i selettori fino a quando non ho trovato una soluzione che mi piacesse.

Concludendo

Che dire, l’unico limite a questo punto è la fantasia. Il costo principale è la macchina fotografica, ma se sei arrivato a questo punto della lettura molto probabilmente ne possiedi già una.

Dei due miei flash uno è vecchio recuperato dalla reflex a pellicola di mio padre. Non è di sicuro potente come quello nuovo e non ha funzioni automatiche, ma svolge comunque egregiamente il suo lavoro. Quello nuovo invece è di una marca cinese, la Yongnuo. Comprato a 100$ permette di andare completamente in automatico. Uno che funzioni solo in manuale si può trovare invece anche a metà prezzo.

I controlli remoti per i flash sono di uno dei set più economici che ho trovato: un trasmettitore e due ricevitori per 22$. Non trasmettono alcuna informazione extra ed obbligano ad andare in manuale, ma alla fine è proprio questo il divertimento!

I cavalletti variano molto. Quello piccolo da battaglia arriva da una bancarella per una quindicina di euro. Per quello nuovo ho voluto invece prendere qualcosa di più serio: ho scelto la marca Afaith, una marca cinese che stando alle recensioni produce oggetti di qualità a prezzi veramente concorrenziali; ho speso 100$ e devo dire che ne sono soddisfatto.

Mi manca un set serio di lampadine colorate, mi sa che ne prima del prossimo giro di esperimenti dovrò comprarne qualcuna. Ma anche qua, la spesa è irrisoria.

Che dire, avete commenti? Suggerimenti? Esperienze personali da condividere?

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